Natale a Cortona. Viola e l’incantesimo delle renne di Babbo Natale- Racconto di Fiorella Fiorenzoni – Fotocollages tratti da foto di Edoardo Frontani e Bruno Fiorenzoni – Renne in legno modellate da Anna Fiorenzoni

Natale a Cortona

Viola e l’incantesimo delle renne di Babbo Natale

Di notte era caduta la neve sul Monte Sant’Egidio e la luna si era adagiata sul manto nevoso, illuminando il bosco, di pini e abeti, che si affaccia sulla bella cittadina di Cortona.

Era la vigilia di Natale e il silenzio regnava sovrano sul monte e in collina, sul paese e sulla pianura.

Tutti i bambini sapevano che quella notte sarebbe arrivato Babbo Natale con la sua slitta, a portar loro i doni tanto desiderati, come avevano scritto nelle proprie letterine.

Quando Babbo Natale giungeva presso la casa di una bambina o di un bambino che era stato buono tutto l’anno, egli si calava dal camino, metteva sotto l’albero il giocattolo e poi, con un tocco di magia, tornava alla sua slitta, tirata dalle care renne e continuava il giro fino a quando non aveva consegnato tutti i regali.

Alcuni bambini lasciavano del latte caldo sul tavolo accanto al caminetto, altri dei biscotti con la glassa a forma di abete, di stella, di renna e, naturalmente, di Babbo Natale.

Ah, come erano buoni quei biscottini! A Babbo Natale, così come alle renne, piacevano tanto. Gli elfi invece andavano pazzi per i bastoncini di zucchero, le tipiche caramelle natalizie, i bastoncini rossi e bianchi, che sembrano i bastoni dei pastori e che spesso, in alcune parti del mondo, vengono usate anche per addobbare l’albero di Natale.

La mattina, al loro risveglio, i piccoli avrebbero gioito trovando, sotto l’albero addobbato, il loro dono di Natale. Vedere la gioia nei volti dei bambini che scartavano i regali, era ciò che rendeva più felice Nicola, che, in arte, era conosciuto come Babbo Natale.

Anche Viola, una bambina dolcissima e molto brava, aveva scritto prima dell’inizio dell’avvento, una letterina a Babbo Natale. Il suo desiderio era quello di ricevere un libro sulle storie di Natale e, in particolare, sulle renne.

Una volta la nonna le aveva raccontato che nella remota Lapponia Finlandese, nell’estremo nord-est, esisteva una magica montagna con due picchi a forma di orecchio, la montagna di Korvatunturi, che in finlandese significa appunto la “Montagna dell’Orecchio”. All’interno di questa montagna dimorava da sempre Babbo Natale, nella sua magica Grotta. Il percorso che porta a Korvatunturi è molto impervio, e solo gli elfi, Babbo Natale e le sue renne ne conoscono la strada. Proprio da lì, Babbo Natale e i suoi elfi sono in grado di sentire se i bambini di tutto il mondo sono stati buoni oppure no.

Gli Elfi scrivono tutto ciò che accade e che ascoltano dai bambini, in enormi libri, che poi Babbo Natale legge con grande minuzia e attenzione.

In base a quanto scritto dagli Elfi, Babbo Natale decide dunque i regali da consegnare a tutti i bambini buoni a Natale.

Questa era una vigilia di Natale molto particolare.

Fuori si era fatto buio e aveva preso a nevicare.

Viola si era accostata alla finestra e guardava il cielo che sembrava un foglio di carta cerulea.

“Che bello! Stanotte arriverà Babbo Natale!” – pensava fra sé e sé la bambina – “Spero che i miei biscotti gli piacciano” ed intanto sentiva crescere nel suo cuore, la gioia del Natale.

La piccola Viola aveva preparato i biscotti insieme alla mamma, come ogni anno. Erano dolcetti sfiziosi fatti con la pasta frolla, profumati, friabili e squisiti, proprio come quelli di pasticceria mentre dai forni arriva quel buon profumo di cannella e di frollini appena cotti che si espandeva per tutta la cucina.

Per le renne aveva lasciato anche del fieno e delle carote e per qualcuna di loro c’erano anche dei dolcetti di zucchero.  

Lei sapeva che Rudolph, la renna dal naso rosso, era molto goloso di biscottini che Babbo Natale condivideva sempre con tutte le renne.

Per di più, dovendo fare il viaggio intorno al mondo in ventiquattro ore, passando da un fuso orario all’altro, tutte quante le renne sarebbero state molto stanche e affamate.

In attesa della cena con i nonni, la zia Giulia e gli altri parenti, Viola, appostata alla finestra, sollevava il capo, di quando in quando, verso il cielo per controllare se per caso la slitta con le renne di Babbo Natale fosse già passata di lì.

Nel frattempo la mamma aveva apparecchiato la tavola e presto sarebbero arrivati tutti i familiari.

Come al solito la cena era squisita e le ore passate in famiglia erano un vero dono. Le candele accese, le lucine alle finestre, l’albero gigantesco adornato di luci, palle e nastri colorati davano un tocco di magia alla notte di Natale. Sul caminetto ardeva un ceppo e l’odore della quercia si diffondeva nelle stanze.

Nell’aria si espandeva l’essenza del Natale, la festa dell’amore.

Mezzanotte era passata, il cielo si era illuminato di stelle quando Babbo Natale con le sue renne aveva appena finito di consegnare gli ultimi doni ai bambini di Cortona.

Chissà come sarebbero stati felici al loro risveglio!

Fattosi tardi, anche Viola era andata in camera sua, anche se non riusciva a prendere sonno. Così era rimasta un po’ sveglia, guardando la neve che era scesa in giardino e che aveva ricoperto tutto di un bianco splendore.

Stava quasi per ritirarsi quando aveva sentito dei passi strani fuori: era il vecchio Elatan, un uomo burbero e sempre in collera con tutto il mondo che viveva da solo e non credeva più nello spirito del Natale.

Viola lo sentì dire: “ Renne di Babbo Natale, dicono che io di questa festa non sono degno e così vi trasformerò in statue di legno”. Viola ebbe un sussulto, mentre il vecchio continuava:” Se i licheni mangerete in statue di legno vi tramuterete! Ah Ah Ah!”. La bimba non poteva credere alle terribili parole di Elatan che ridacchiando disse ancora fra sé e sé: “Povero Babbo Natale, non saprai mai che per sciogliere l’incantesimo, dovrai trovar qualcuno che ti regali un centesimo!”

Viola era talmente allibita che non sapeva cosa fare. “Mio Dio, devo aiutare Babbo Natale, ma dove sarà adesso, come farò a rintracciarlo! Devo trovare una soluzione!”

Babbo Natale intanto pensava di riprendere la rotta verso la montagna quando le renne, quasi come ipnotizzate, furono attratte dall’odore dei licheni e si adagiarono presso il bellissimo parco cittadino.

Non appena le renne ebbero mangiato i licheni, furono trasformate in legno.

Sì, sì avete capito bene, in legno, proprio come quel burattino di Collodi, Pinocchio, la marionetta scolpita da Mastro Geppetto, quel povero falegname che è diventato suo padre.

Babbo Natale non poteva credere ai suoi occhi: tutte le renne erano state trasformate in legno.

“Oh povero me, come farò a tornare a casa senza le mie renne! “ – e continuava a chiamarle: “Rudolph! Cometa! Cupido! Donato! Fulmine! Donnola! Salterello! Ballerina! Freccia! Vi prego svegliatevi!”

Sembrava proprio che non ci fosse più niente da fare quando all’improvviso Viola, accompagnata dalla nonna e dalla zia Giulia, arrivò al parco. Tutte insieme, cominciarono a chiamare: “Babbo Natale, siamo qui per aiutarti! Dove sei! Noi ti vogliamo aiutare!”

Al sentir queste voci, Babbo Natale andò loro incontro.

Viola corse verso di lui e con il fiato sospeso, raccontò a Babbo Natale di come il vecchio Elatan aveva fatto un incantesimo. Poi Viola si frugo in tasca e porse a Babbo Natale una monetina: “Ecco qui, un centesimo, prendi è un mio regalo per te!”

Improvvisamente tutte le renne si risvegliarono. L’incantesimo era stato sciolto e Babbo Natale era felicissimo.

“Cara Viola” – disse Babbo Natale – “ho sempre saputo che eri una bambina molto saggia e generosa. Grazie a te tutte le mie renne sono salve! Tu e la tua famiglia siete tutti invitati a casa mia, al Polo Nord ed io ti nomino ´Aiutante ufficiale di Babbo Natale`! Grazie di Cuore piccola Viola!”

Mentre Babbo Natale saliva sulla sua slitta diretta al Polo, tutte le aiuole del parco si rivestirono di viole in onore della piccola prodigiosa eroina.

Da quel Natale in poi Cortona diventò famosa come città delle renne di Babbo Natale.

Dato che Natale è la festa dell’amore, anche il perfido Elatan fu graziato; essendo diventato buono, andò a far parte della squadra degli Elfi di Babbo Natale.

A Natale siate tutti più buoni e forse Babbo Natale vi porterà dei bei doni!

Fiorella Fiorenzoni

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Prima neve – Poesia e foto di Fiorella Fiorenzoni

Prima neve – foto di Fiorella Fiorenzoni

Prima neve

Avvolto in un bianco tepore

è il mondo stamattina.

Un’aria fresca e nuova

palpita per le strade,

lungo i viali, nei parchi e nei giardini,

per lo stupore di grandi e piccini.

Il vecchio abete, coperto di neve,

si guarda nella finestra con fare greve.

Come ali distese,

son le sue fronde sospese

e intenso è l’incanto

tra i petali del calicanto.

Il cielo è freddo e grigio,

come un fumo bigio

ed anche sul verone

è tutta un’ emozione,

meraviglia e stupore

che fa batter forte il cuore.

Fiorella Fiorenzoni

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Calicanto – foto di Fiorella Fiorenzoni

Neve al parco e in giardino – foto di Fiorella Fiorenzoni
Neve in giardino – foto di Fiorella Fiorenzoni

Il dono più bello – Racconto di Fiorella Fiorenzoni
Neve in Giardino – foto di Fiorella Fiorenzoni